Osteopatia Animale

L’Osteopatia Animale è una disciplina in grande sviluppo e, per questo motivo, abbiamo deciso di sintetizzarne alcuni aspetti distintivi. L’Accademia di Osteopatia ASOMI di Torino, ha infatti strutturato importanti collaborazioni a livello nazionale e internazionale che hanno consentito di sviluppare un percorso formativo di specializzazione nell’ambito dell’Osteopatia Animale.

Innanzitutto l’atteggiamento nei confronti dell’animale è un particolare davvero essenziale per l’approccio osteopatico, il modo di comunicare facendogli capire che è possibile instaurare una relazione basata sulla fiducia. Altro particolare interessante è la pazienza che si deve avere nell’approccio, gli animali hanno, infatti, i loro tempi per poter essere trattati a livello osteopatico, e noi dobbiamo quindi attenerci ad essi.

Uno degli aspetti ritenuto essenziale e che sottolinea Dustie Houchin, osteopata di fama internazionale che oltre ad essere considerata una delle maggiori esperte di Osteopatia Animale è anche docente presso la Scuola di Osteopatia Asomi, è far capire al nostro assistito animale le nostre buone intenzioni nei suoi confronti: essendo ancora più ricettivi e sensibili degli esseri umani, gli animali percepiscono più facilmente la tensione dell’operatore e di conseguenza potrebbero avere un atteggiamento più schivo e diffidente, in realtà questo succede anche con gli esseri umani, ma avendo la possibilità di parlare diventa più facile rassicurare il paziente. Un elemento estremamente affascinante da considerare è la capacità di stabilire una connessione con empatia da parte dell’osteopata nei confronti dell’animale, come per gli uomini, ogni animale è un soggetto unico, e va rispettato nelle sue dinamiche specifiche a livello bio-meccanico, quanto sotto l’aspetto caratteriale, infatti dopo qualche minuto con il paziente animale, l’osteopata è in grado di ottenere la sua fiducia, e per questo motivo. In considerazione dei molti aspetti necessari allo sviluppo di un trattamento osteopatico efficace, questa specializzazione dell’osteopatia è sicuramente capace di creare una dinamica costruttiva e stimolante.

Osteopata e Animale

Molto interessante è anche l’approccio pratico che risulta davvero efficace, ovvero il lavoro congiunto tra padrone, osteopata e animale. Questo aspetto è stato trattato con grande attenzione e competenza da Eleonor Andrews, osteopata in ambito umano ed animale che collabora costantemente con la collega Dustie Houchins. Le due professioniste britanniche sono infatti state le protagoniste delle lezioni magistrali di osteopatia animale, all’interno del contesto didattico internazionale del corso di Conversione valido per l’ottenimento del Bachelor Science (Hons) Osteopathy che la Scuola di Osteopatia Asomi ha sviluppato con un importante ateneo britannico, l’Università di Swansea. del Come detto in precedenza, gli animali sono molto sensibili, quindi avere una persona di fiducia, il padrone, durante il trattamento, è essenziale, quantomeno per i cani, il lavorare a terra, mettendosi appunto allo stesso livello dell’animale, da la possibilità di avere un approccio più intimo con lui, mantenendo sempre la fiducia verso l’operatore. Molto importante è anche la gestualità con cui ci si approccia, i movimenti devono sempre risultare all’animale come carezze o coccole in questo modo si manterrà la calma e il trattamento potrà risultare più efficace, con un atteggiamento corretto l’animale si abbandonerà all’operatore consentendogli di agire come deve, molto importanti, sono le tempistiche del trattamento, non bisogna mai costringere il nostro paziente, nel momento in cui ha bisogno di muoversi è bene farlo alzare o giocare, la sua risposta sarà migliore dopo un po di movimento.

Osteopatia e Cavalli

Un animale su cui l’Osteopatia si rivela particolarmente efficace è il cavallo, l’approccio è davvero interessante e costruttivo. Il lavoro relativo al trattamento osteopatico è sicuramente più complessi per alcuni aspetti, ma può fornire reali soddisfazioni in termini di efficacia e benessere dell’animale. Posizionarsi in maniera sbagliata vicino al cavallo può risultare infatti pericoloso, subito l’animale sarà di norma diffidente nei confronti dell’operatore, sarà quindi molto importante creare un approccio molto progressivo facendo muovere gradualmente l’animale per poi intervenire con test e tecniche di correzione osteopatica; facendo infatti camminare anche per pochi metri il cavallo si creerà un release utile per riproporre il contatto ed allo stesso tempo mantenere l’animale a proprio agio, rinforzando gradualmente il feeling ottenuto tra osteopata e cavallo. E’ bene non dimenticare mai la dimensione e forza di un cavallo, l’approccio deve quindi sempre rispettare un alto profilo di sicurezza in modo da assicurare all’osteopata, come all’animale l’assoluta prevenzione di ogni possibile incidente e trauma conseguente. Questo deve essere infatti fatto nel bene dell’animale, senza costrizioni, i cavalli ancora più dei cani hanno bisogno che la propria necessità di spazio e movimenti sia sempre rispettata. Nel percorso di formazione osteopatica animale, la Scuola di Osteopatia Asomi oltre ad avvalersi di importanti collaborazioni internazionali come con l’osteopata Dustie Houchin ed Elenor Andrews, si avvale di un team di docenti universitari e ricercatori in ambito della medicina veterinaria provenienti da diversi atenei italiani.

Strumenti di lavoro dell’osteopata

L’approccio osteopatico sugli animali si avvale di una vasta gamma di strumenti di lavoro. L’osteopatia animale infatti utilizza tecniche di carattere strutturale come fasciale e viscerale. L’impostazione dell’intervento è parzialmente diverso rispetto a quello che avviene sugli essere umani in quanto deve essere correttamente strutturato per rispettare la soggettività e le peculiarità dell’animale su cui svolge il trattamento osteopatico. In considerazione quindi delle caratteristiche e che l’atteggiamento dell’animale può essere imprevedibile, tecniche quali thrust sono eseguiti assecondando fisiologicamente il movimento dell’animale e supportati da graduali tecniche di carattere articolatorio. In primo luogo, infatti, si prende in esame l’animale, analizzandone la capacità di movimento e le caratteristiche della camminata sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Questo per identificare eventuali alterazioni e disfunzioni. Questo permettere all’osteopata di definire un quadro completo e strutturare quindi uno schema di lavoro su cui basare il proprio trattamento osteopatico. L‘osteopatia promuove, inoltre, la collaborazione sinergica con altre figure professionali, che, grazie a un approccio combinato, possono aiutare a concorrere al benessere dell’animale. Il compito dell’osteopata è quello di promuoverne l’equilibrio psicofisico, salvaguardando la funzionalità dell’individuo nella sua globalità. Ovviamente il padrone ha un ruolo importante per conoscere la storia dell’animale, ci comunicherà eventuali infortuni, eventi traumatici o anomalie fisiche dell’animale. Ogni specie ha poi patologie più comuni: alcune razze di cani ad esempio sono più predisposte alla displasia alle anche, oppure altri più a problemi respiratori, tutte informazioni utili al lavoro da svolgere sotto il profilo osteopatico. Chi vive e opera con gli animali sa bene quanto un dolore fisico, un problema magari non grave e transitorio, ma fastidioso e debilitante, possa alterare il comportamento, la serenità, l’allegria e anche la “resa” in termini sportivi, comportamentali e di benessere dell’animale. L’osteopata, valutando il soggetto che ha di fronte sotto i diversi aspetti, applica le tecniche osteopatiche che ritiene più efficaci per correggere le disfunzioni riscontrate e supportare il miglioramento dello stato di salute e benessere dell’animale. L’osteopata attingendo dal proprio bagaglio di tecniche fasciali, cranio-sacrali, viscerali, e strutturali, sarà in grado di ottenere così un vero e proprio trattamento “su misura”, ritagliato sulle necessità dell’animale in quel preciso momento. Oggi si ricorre all’ osteopatia anche per lo sviluppo armonioso dei giovani animali e per limitare i tipici effetti dell’età negli animali anziani, supportando la loro longevità in termini di vita attiva e migliorandola in termini di qualità. E’ quindi essenziale strutturare dei percorsi di formazione in ambito dell’osteopatia animale che siano in grado di preparare con competenza gli osteopati professionisti ed è per questo che la scuola di osteopatia Asomi si avvale di collaborazioni di concreto valore in ambito internazionale e investe nello sviluppo della ricerca presso un apposito dipartimento costituito da esperti con un serio background scientifico ed accademico.

Osteopatia Animale: I principi

I principi dell’osteopatia animale sono gli stessi dell’osteopatia umana, cambia ovviamente l’anatomia corporea del soggetto curato. L’osteopatia animale trova grande applicazione sui cavalli soggetti che hanno una maggiore abitudine al contatto corporeo dell’uomo e su cani e gatti che spesso possono beneficiare di un approccio in stretta collaborazione con il proprietario o con il veterinario di fiducia. Negli ultimi anni, l’osteopatia animale, come molte altre discipline sta iniziando ad avere un proprio terreno di elezione, aumentando il numero degli utilizzatori e conquistando piccoli grandi risultati in termini sia in termini di prevenzione, quanto della promozione di salute e benessere dell’animale.

I cani sono più attenti al linguaggio umano e allo stato emotivo del padrone. I cani riescono a cogliere anche il minimo cambiamento nel linguaggio del corpo, hanno imparato a comunicare con noi con il loro linguaggio del corpo, ad esempio, le orecchie dritte indicano interesse, se sono indietro, indicano ansia o paura, la coda che scodinzola è un indicatore di interesse a giocare o di eccitazione, se invece è bassa o nascosta indica timore o paura, oppure gli occhi, rilassati o tirati indietro indicano interesse o aggressività; abbiamo capito che gli animali hanno una vasta gamma di espressioni che usano per comunicare con noi e chi si occupa di osteopatia animale deve saperle conoscere.

Inoltre ci sono molti aspetti che concorrono al benessere dell’animale e che dobbiamo quindi considerare con grande attenzione: l’ambiente in cui vive, se è privo di contaminazioni come il fumo passivo, se si trova in isolamento come in un recinto o in gabbia, se convive o interagisce con altri animali, se vive in cortile, in giardino o in casa, se fa attività con un addestratore o rimane in casa, insomma, ognuno di questi fattori incide sulla psiche e sul fisico dell’animale.

L’osteopata Dustie Houchin, durante la sue docenze presso la scuola di osteopatia Asomi, ha portato molti elementi utili per definire un corretto approccio con l’animale, è infatti importante sottolineare che per lavorare con gli animali bisogna capire che l’osteopatia animale, pur rimanendo fedele alla filosofia osteopatica, richiede alcune chiavi di interpretazione e prospettive di sviluppo del trattamento che differiscono dal contesto umano e devono quindi essere conosciute e analizzate sono ogni prospettiva. Conoscere il sistema neuro-muscolo-scheletrico dell’animale non è sufficiente, è necessari avere le competenze necessarie sugli specifici pattern di movimento di ogni animale e anche gli elementi che differenziano nella stessa specie, ma in razze diverse che possono mostrare aspetti e criticità molto diversi da quanto potrebbe essere ipotizzato.

Questo significa che lavorando con un animale bisogna considerare diversi fattori, il proprietario o l’addestratore, altri animali con cui convive, cambiamenti di umore improvvisi, il ruolo che svolgono.

Il trattamento vero e proprio si svolge con alcune caratteristiche nell’impostazione, similmente a quanto nell’umano, con ovviamente alcune sostanziali differenze tecniche; cominceremo con l’analizzare il caso facendo un’osservazione e analisi del movimento, una palpazione anatomico funzionale e in movimento passivo, faremo dei test specifici per arrivare ad una ipotesi osteopatica e procedere con un trattamento delle aree di interesse. Importante è la comunicazione con il proprietario, per evitare eventuali controindicazioni o per inviare al veterinario.

Osteopatia Animale – Displasia dell’anca

Qui di seguito prendiamo in considerazione l’approccio osteopatico ad una specifica patologia, che colpisce i cani e nello specifico ha una elevata incidenza nella razza del pastore tedesco, la displasia dell’anca (HD – Hip dysplasia) Nella displasia dell’anca, la connessione articolare non è ottimale a causa di legamenti e muscoli deboli o di una testa femorale o un acetabolo di forma anomala. L’articolazione risulta instabile, provocando movimenti non fisiologici, infiammazione, dolore e processi degenerativi. In un cane con displasia dell’anca grave, il problema si verificherà molto probabilmente in giovane età (6-12 mesi), la sintomatologia può variare da: zoppia su un lato, camminata debole e claudicante, dolenzia ai fianchi, aumento di peso sulle zampe anteriori, flessione della schiena e rigidità anormale sopratutto dopo un periodo di fermo. La ricerca in ambito dell’osteopatia animale ha permesso di far emergere alcuni aspetti, ad esempio questi cani hanno spesso una o più vertebre bloccate o non fisiologiche, nella parte inferiore, nel segmento lombare, infatti i nervi che vanno ai muscoli dell’anca e alle zampe posteriori, partono da questa regione, questo spiegherebbe l’instabilità a livello dell’anca portata da un errata informazione neurologica. Esistono diverse tipologie di approccio al trattamento trattamento osteopatico in correlazione a questa patologia. Uno dei maggiormente frequenti consiste nel promuovere un movimento con tecniche di mobilità articolare e di energia muscolare, (movimento senza sovraccarico), ovviamente si adatteranno le tecniche in base alla dimensione del cane e al feeling tra operatore padrone e animale. L’osteopatia, attraverso il suo trattamento è in grado di promuovere un miglioramento di alcuni aspetti legati alla displasia dell’anca, promuovendo mobilizzazioni vertebrali, in questo modo, alcune componenti neuro-muscolari della anca possono essere supportati e parzialmente normalizzati. Ciò consentirà all’apparato muscolare di diventare più forte reintegrando stabilità nell’articolazione stessa. I risultati migliori si possono ottenere con un intervento tempestivo, all’esordio della patologia, essendo una patologia degenerativa, più tempo passa, meno efficace sarà il trattamento. Nella prevenzione della displasia all’anca, esiste sicuramente un ruolo importante per l’osteopatia. Quando la fisiologia vertebrale viene ristabilita nella fase iniziale, sarà possibile limitare il peggioramento di alcuni elementi relativi al quadro patologico. In accordo e supervisione con il veterinario, sarà necessario che il cane segua un’alimentazione specificatamente adattata ed eventuali protocolli farmacologici. Nei casi più gravi è frequente che sia necessario l’intervento chirurgico per ottenere risultati tangibili.

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